Ultima modifica: 25 Maggio 2016

Integrazione scolastica

4.1 Integrazione alunni in situazione di handicap

Considerando che la Costituzione tutela i diritti di ogni uomo nella sua diversità, la scuola garantisce ad ogni persona in situazione di handicap il diritto all’educazione e all’istruzione perché sviluppi le potenzialità nell’apprendimento, nelle relazioni e nella socializzazione.
A tal fine si devono coinvolgere nel processo formativo le competenze e le sensibilità di diverse agenzie operanti sul territorio:
famiglia,
azienda sanitaria locale,
enti locali
organi scolastici,
associazioni educative e sportive.
Per il raggiungimento di questa finalità è prevista l’assegnazione di docenti specializzati come sostegno nel processo di apprendimento degli alunni in situazione di handicap, che coordinano l’attività didattica alla programmazione didattica generale.
L’organizzazione dell’attività didattico-educativa è improntata alla flessibilità sia nell’articolazione delle classi che in relazione alla programmazione, adottando tali criteri:
– un tempo scuola disteso
– il rispetto dei ritmi e dei tempi dell’apprendimento
– la scelta di obiettivi didattici adeguati alle potenzialità accertate
– l’utilizzo della compresenza dei docenti
– il lavoro di gruppo
– le classi aperte
– l’uso di spazi attrezzati, laboratori, palestra…
– il ricorso a tutti i facilitatori didattici

La scuola, tra i suoi doveri primari ha quello di evitare che le diversità si trasformino in difficoltà di apprendimento. L’obiettivo dell’apprendimento permane, dunque, prioritario e non può essere ristretto ad una semplice socializzazione, che potrebbe produrre esiti di emarginazione.
La realizzazione dell’integrazione si sviluppa attraverso la piena collaborazione e corresponsabilità tra insegnante di sostegno, che deve interagire con il team in modo da organizzare attività didattiche ed educative che coinvolgono il bambino come elemento della classe e la classe tutta,  e insegnanti curricolari, che devono adottare interventi puntuali e specifici nell’ambito della didattica personalizzata.

Le insegnanti, nell’elaborazione del Piano Educativo Personalizzato, devono necessariamente partire dalla Diagnosi funzionale e dal Profilo Dinamico Funzionale per poter impostare interventi mirati che tengano conto:
– dello sviluppo potenziale;
– delle carenze nelle funzionalità e delle difficoltà di apprendimento;
– della realtà socio-familiare e scolastica e nello stesso tempo è necessario avere l’abilità di non focalizzare  l’attenzione sull’handicap, ma sul bambino in quanto persona, con le sue necessità, i suoi bisogni, i suoi interessi e le sue motivazioni.

La scuola, pertanto, si propone di raggiungere le seguenti finalità:
l’alfabetizzazione strumentale e, se possibile, culturale degli  alunni diversamente abili;
l’autonomia personale e sociale;
l’integrazione sociale nella comunità allargata.

Le linee d’intervento non dovranno essere definitive e vincolanti bensì flessibili di regolamentazione e di aggiustamenti.

Molte varianti potranno rendersi necessarie nel corso dell’anno scolastico, con l’instaurarsi di situazioni di vario genere e con l’affiorare di nuove esigenze che possono emergere dalle verifiche.

4.2 Prevenzione della Dispersione scolastica e degli insuccessi formativi.
Una buona parte della popolazione scolastica appartiene ad ambienti socio-culturali “ristretti”, inseriti in contesti rurali privi di strutture sociali e scarsi di iniziative culturali.
Situazioni particolari di ambienti famigliari difficili, culturalmente inadeguati, e poco “attenti” sul piano formativo si rilevano anche nei centri urbani dove l’utilizzo del tempo libero non sempre avviene in maniera adeguata e socioculturalmente proficua.
Si rileva da parte di un certo numero di famiglie una quasi indifferenza nei riguardi dell’attività scolastica, nonostante i continui tentativi di coinvolgimento operati  dalla scuola, con una delega completa all’istituzione per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo e culturale del bambino.
Legati a tale situazione si evidenziano in tutti i plessi scolastici casi di difficoltà di apprendimento e di disadattamento che, spesso, nel passaggio al grado d’istruzione superiore, sfociano nell’insuccesso scolastico o nell’abbandono precoce.
Alcuni bambini richiedono interventi individualizzati per il raggiungimento di diversificate competenze.
Partendo da una necessaria analisi della situazione, per tutto il primo mese di lezioni scolastiche, all’interno dell’organizzazione modulare, sarà dato ampio spazio ad attività di recupero e di rafforzamento delle competenze acquisite nel corso degli anni precedenti, con particolare riguardo agli alunni che, nel corso dell’anno precedente , hanno manifestato evidenti difficoltà di apprendimento.
Si utilizzeranno gli esiti delle griglie di rilevazione per costruire percorsi individualizzati e per piccoli gruppi e operare eventuali adattamenti del curricolo, in modo da rispondere pienamente alle esigenze formative di ciascuno.
Verranno utilizzate schede di rinforzo con informazioni integrative che permettano di consolidare le varie competenze disciplinari, classi aperte, lavori di gruppo, ecc.
Si relizzeranno attività di recupero e di accoglienza per gli alunni extracomunitari, soprattutto sulla comunicazione orale in lingua italiana.




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